La Comunità del Messaggio di Silo Roma Flaminio
venerdì 26 settembre 2014
venerdì 27 giugno 2014
Cerimonia di elevazione delle Richieste
Siamo qui
Per
elevare la nostra anima
Per elevare i nostri desideri
Per elevare le nostre richieste
Dal più profondo dei
nostri cuori
Fino ai confini dell’universo.
Cominciamo dalle persone
che ci sono care.
Pensiamo
alle persone che ci sono care
Sentiamo la presenza delle persone che amiamo
Sono qui, presenti, con noi.
Concentriamo la mente per
la loro buona salute,
il
loro benessere e
il loro futuro, il più aperto possibile.
Concentriamo adesso le
nostre Richieste per il nostro progetto comune: la pace nel mondo.
Che
compia la sua funzione
E sia messaggera della Non-violenza.
Che
sia il primo passo deciso
del nuovo essere umano
nella coscienza della Nazione Umana Universale.
Concentriamoci adesso
sulla nostra più profonda aspirazione…
E
sulla nostra più grande Necessità…
Invitiamo infine tutti
quelli che lo desiderano a mettersi in contatto con la propria Guida
Facendo
appello alle guide della più grande bontà e della più grande
saggezza,
Che illuminino il nostro cammino
E ci accompagnino ogni volta che prendiamo il volo.
Termineremo questa
Cerimonia ringraziando dal più profondo dei nostri cuori
Per
tutto ciò che oggi ci è capitato di bello e di buono …
(al piedi del monolito)
Che i ringraziamenti accumulati nella nostra Sala tornino a noi
moltiplicati qualora ne avessimo bisogno.
Pace, Forza e Allegria
venerdì 2 maggio 2014
LA GIORNATA DELLA TESTIMONIANZA
45° anniversario dell'inizio dell'insegnamento di Silo
DOMENICA 4 MAGGIO 2014 a partire dalle ore 12.00
Una giornata per buoni momenti insieme, al Parco di Studio e Riflessione di Attigliano.
- Ore 13.00: proiezione del video “La guarigione della sofferenza”, primo discorso pubblico di Silo del 4 Maggio 1969.
- Pranzo condiviso (ognuno porta qualcosa da condividere con gli altri).
- Ore 16.00 - 17.00: arrivo dei partecipanti al Cammino di Ispirazione Spirituale (leggi sotto ⇒).
- Proiezione del video “La Riconciliazione” (Silo, 5/5/2007).
- Cerimonie
venerdì 10 gennaio 2014
Il sospetto del senso
https://www.youtube.com/watch?feature=player_embedded&v=1duHNYoTOHg
Lo Sguardo Interno, tratta del senso della vita. L'argomento principale di cui discorre è lo stato psicologico di contraddizione. Si chiarisce che il registro che si ha della contraddizione è la sofferenza, e che il superamento della sofferenza mentale è possibile nella misura in cui si orienti la propria vita verso azioni non contraddittorie in generale, e, in particolare, verso azioni non contraddittorie in relazione ad altre persone
Lo Sguardo Interno, tratta del senso della vita. L'argomento principale di cui discorre è lo stato psicologico di contraddizione. Si chiarisce che il registro che si ha della contraddizione è la sofferenza, e che il superamento della sofferenza mentale è possibile nella misura in cui si orienti la propria vita verso azioni non contraddittorie in generale, e, in particolare, verso azioni non contraddittorie in relazione ad altre persone
martedì 3 dicembre 2013
Concerto di musica lirica con il soprano Loredana Margheriti e voci narranti.
<il sacro nella musica e nelle parole
Dalle 21.30 alle 23.00
via flaminia 26 cortile degli artisti int. saletta
Roma
Venerdì 6 dicembre 2013
via flaminia 26 cortile degli artisti int. saletta
Roma
A te, fratello del futuro di Alain Ducq
Sei tu che dai senso alla mia esistenza, tu che mi dai ispirazione. Ed è grazie al Messaggio di Silo che si è chiarito il mio futuro e che posso percepirti. Poiché all’epoca in cui è nato il Messaggio di Silo il futuro sembrava essere scomparso e il presente si era trasformato in una lunga notte. Molti non credevano nella tua venuta.
Alain con Monika S. |
Permettimi di dare una testimonianza semplice e di cuore di come il Messaggio di Silo ha trasformato la mia vita.
Il Messaggio di Silo si è insinuato così soavemente nella mia vita, che all’inizio non l’ho riconosciuto. Pensavo che tutto questo già lo conoscessi. Certo, avevo avuto esperienze profonde durante le cerimonie con Silo, ma lo attribuivo alla presenza di Silo più che al suo Messaggio. Non avevo difficoltà a vedere il Sacro in lui, ma non lo potevo vedere in me. Il Messaggio di Silo mi ha portato precisamente a trovare il Sacro in me stesso, a trovare la luce nel mio cuore.
Il Messaggio di Silo ha un’infinità di sfaccettature, di porte di ingresso a esperienze profonde, ma ne evocherò due che per me sono state le più importanti. Si tratta della Richiesta e della cerimonia di Benessere.
La richiesta
Se c’è qualcosa che posso testimoniare è che il “regalo”[1] di Silo permette di trasformare qualunque situazione difficile. Anche dai peggiori stati interni la richiesta viene ascoltata purché venga da una profonda necessità. Affermo che questo è valido per tutti gli esseri umani di qualunque epoca. Ogni essere umano che di fronte alla malattia o alla sofferenza di un essere molto amato lancia un clamore che risuona nella parte più profonda dello spazio interno, trova una risposta.
La richiesta è la cosa più accessibile che Silo ci ha lasciato ed è forse per questo che mi ha accompagnato fino ad ora. Ma il fatto che sia semplice non vuol dire che non sia profonda. Al contrario, la richiesta ci può condurre a prendere “contatto con il Profondo della mente umana, una profondità insondabile in cui lo spazio è infinito ed il tempo eterno”.
In genere, dopo aver fatto una richiesta ne esco talmente bene che l’unica cosa che ho voglia di fare è ringraziare. E’ per questo che per me la richiesta e il ringraziamento sono uniti, come se si trattasse di uno stesso spazio interno. E’ lo spazio delle richieste e dei ringraziamenti, uno spazio in cui uno si sente bene. Posso stare anche in mezzo al mondo giacché la richiesta e il ringraziamento si possono fare ovunque e in ogni momento. Allora mi sento vicino agli altri e nello stesso tempo mi sento accompagnato dall’interno da una presenza protettrice. Questa atmosfera interna tende a debordare verso gli altri, verso il mondo e mi sorprendo a chiedere anche per sconosciuti che incrocio. C’è una forza affettiva che cresce dall’interno, una specie di calore vivificante che sento nel petto, come se il cuore avesse ali, si sentisse leggero e attratto dall’altro, con l’aspirazione a trasmettergli benessere.
La cerimonia di benessere [2]
Questa cerimonia è un mistero per me. Partecipare ad una cerimonia di benessere è entrare nello spazio dell’affetto puro. E’ un incontro tra gli altri partecipanti e i tuoi esseri cari. Quando ognuno li evoca, il sentimento di affetto si eleva. Tutto si unifica, si riconcilia. I legami che ci uniscono a loro sono sacri, atemporali e sono una via d’entrata alle profondità della coscienza. La seconda parte della cerimonia dà la possibilità di sperimentare che non c’è separazione tra questo mondo e gli altri spazi, gli altri tempi.
Alla fine della cerimonia ci sentiamo uniti, immersi in questa corrente di benessere, circondati da un silenzio riconfortante e con il cuore pieno. E’ una porta aperta all’esperienza dell’amore, della pace e della calda allegria. E’ un’entrata agli spazi sacri.
Con il passare del tempo mi sono reso conto fino a che punto questa atmosfera affettiva che ci unisce alla fine della cerimonia è sacra. Ci permette di entrare in un mondo di significati profondi, di captare quell’Intenzione che si manifesta attraverso tutto ciò che vive. “In me un’Intenzione profonda si serve di questo mondo e di questa vita per catapultarmi verso l’Infinito”. La percepisco come una sostanza che unisce tutti gli esseri.
Sta in tutti noi, questa luce sta in tutti. E’ la “rivelazione a cui giunge chi medita in umile ricerca”[3]. Da allora sono convinto che la trasformazione del mondo non verrà da altro luogo se non dal nostro cuore, da questa sostanza che produce l’unità interna e l’unità tra gli esseri.
L’unità interna e l’unità tra gli esseri
L’unità interna è una sostanza che generiamo e che risveglia il suo consimile negli altri. Questa sostanza che è viva è un Se stesso più profondo, Ha un Proposito che è fuori di questo mondo e tende a proiettarsi per produrre l’Unità tra gli umani. L’altro mi ispira poiché riconosco il divino in lui. L’”io” perde importanza, tende a dissolversi nel “noi”. Rimango semplicemente disponibile, trasparente, abbandonandomi a questa atmosfera.
Dato che gli atti unitivi si accumulano e sospingono alla loro ripetizione, mi sento a volte come una forza della natura che nulla può fermare. “Come posso esprimere l’infinita Bontà del Profondo se non attraverso del noi?” E’ come un registro che ci supera, sta in me e nell’altro (o gli altri), cerca di nuovo di unirsi e di rivivere. Ho l’intuizione che questa unità non ha conseguenze solo in questo mondo, ma anche oltre questo mondo, come se fosse l’alimento di altri mondi, come se alimentasse un Centro.
Il Centro
Quello del Messaggio è un filo invisibile, etereo ma solido, che vive in me e che mi guida da dentro. E’ un luogo interno determinato, per collocarsi nel quale bisogna abbandonarsi. Dà la sensazione che i piedi non tocchino il suolo, ma che siamo trascinati da una corrente. E questo cambia tutto, anche la relazione con l’altro. E’ come se le pareti che mi separano dall’altro svanissero e gli spazi si mescolassero. Non siamo separati.
Il fatto di non forzare, di lasciarsi andare, di smettere di cercare di controllare, fa perdere la sensazione cenestesica abituale di se stessi. Normalmente il mio punto d’appoggio era un corpo pieno di tensioni, come un castello fortificato. Lì il centro è impercettibile, ma io so che sta lì, è come una Presenza. La mia vita ha un centro di gravità che non sta quì, poiché non sono di quì.
I messaggeri
Condividono uno spazio comune fuori dal tempo e vibrano come se fossero un solo corpo. Attraversano gli spazi in un razzo di fuoco il cui propulsore è un Proposito universale Si alimentano delle loro reciproche esperienze e si fanno visita nei loro sogni. Sono come una calamita, che attrae i cuori che ne hanno bisogno, al Messaggio di Silo:
· Un corteo di Allegria e di colori
· Un brulicare di energia e di luce
· Un calore tranquillizzante
· L’irruzione della Bellezza
· Il fulmine del Senso
· Il sollievo dei cuori e la loro elevazione
· La benevolenza
Durante le cerimonie di uffizio e imposizione, a volte si trasformano in fulmini e nel mezzo di esplosioni di tuoni, proiettano l’energia per il tuo arrivo, tu, l’essere umano del futuro. E a volte quando la nostra unione è molto forte, ci è sembrato di aver sfiorato quel futuro da dove vieni. Quel futuro già insinuato nel mito che si sta formando dalla venuta di Silo.
Silo
“Il tuo occultamento da questo mondo
Ha incendiato i nostri cuori
Che ti cercano nel loro interno.
Tu ci avevi preparato durante tutta una vita,
Per questo momento.
Tu ci avevi cotto nel tuo forno,
Impastando, modellando pazientemente,
E all’improvviso hai aumentato la temperatura
In un modo inimmaginabile
Poi te ne vai, più e più lontano, più e più Profondo,
Cavalcando le stelle.
E questo nuovo essere che fai nascere in noi,
Comincia a rivelarsi e a prendere Forza,
Ad imparare a camminare,
a rivelare i suoi poteri.
Hai fatto nascere un nuovo essere umano,
Quando hai visto che era nato,
Te ne sei andato generosamente per lascirgli compiere il suo Destino.
Non esistono parole che esprimano
Il profondo ringraziamento che vogliamo farti arrivare,
Ogni giorno,
Dalla nostra nascita.”
Fratello mio
Sicuramente il mio modo di vedere le cose ti sembrerà strano.
Tu che abiti in galassie lontane
Tu che hai vinto il dolore e la sofferenza
Tu che sin dalla tua nascita sei immortale
Tu che sai che l’altro è divino
Ma sono sicuro che mi guardi con grande compassione, dato che credo di aver sentito il soave calore del tuo sguardo pieno di compassione su di me e mi sono sentito amato. Sicuramente nel Profondo ci siamo incontrati.
(traduzione di Loredana Cici)
(traduzione di Loredana Cici)
[1] « In qualche momento del giorno o della notte, aspira una boccata d’aria e immagina di portare quest’aria al tuo cuore. Allora, chiedi con forza per te e per gli essereri a te più cari.Chiedi con forza di allontanarti da tutto ciò che ti porta contraddizione, chiedi che la tua vita abbia unità. Non destinare molto tempo a questa breve orazione, a questa breve richiesta, perché sarà sufficiente che tu interrompa per un istante quello che sta succedendo nella tua vita perché nel contatto con la tua interiorità si rischiarino i tuoi sentimenti e le tue idee.» Silo - Inaugurazione della Sala del Sudamérica 7 maggio 2007
[2] Vedi nel Messaggio di Silo
[3] Messaggio di Silo
giovedì 28 marzo 2013
Il Canto della Perla
Vorrei condividere con voi questo Inno molto bello: Il cosiddetto
"Inno della Perla" si trova negli Atti apocrifi dell'apostolo
Tommaso, una composizione gnostica conservata con rielaborazione ortodosse di
poco rilievo: il testo dell'inno ne è completamente privo. "Inno della
Perla" è il titolo dato dai traduttori moderni: negli Atti invece è
chiamato " Canto dell'apostolo Tommaso nella terra degli Indiani". In
considerazione della forma didattica e narrativa della composizione poetica,
"inno" non ci è sembrato del tutto appropriato e l'abbiamo sostituito
con "canto". Esiste col rimanente degli Atti in una versione siriana
ed una greca; quella siriana è quella originale.
Il testo.
Quando ero bambino e abitavo nel regno della casa di mio Padre e mi dilettavo della ricchezza e dello splendore di coloro che mi avevano allevato, i miei genitori mi mandarono dall'oriente, nostra patria, con le provviste per il viaggio. Delle ricchezze della nostra casa fecero un carico per me: esso era grande eppure leggero, in modo che potessi portarlo da solo….Mi tolsero il vestito di gloria che nel loro amore avevano fatto per me, e il manto di porpora che era stato tessuto in modo che si adattasse perfettamente alla mia persona, e fecero un patto con me e lo scrissero nel mio cuore perché non lo potessi scordare: " Quando andrai in Egitto e ne riporterai l'Unica Perla che giace in mezzo al mare, accerchiata dal serpente sibilante, indosserai di nuovo il tuo vestito di gloria e il manto sopra esso, e con tuo fratello, prossimo a noi in dignità, sii erede del nostro regno". Lasciai l'Oriente e mi avviai alla discesa, accompagnato da due messi reali, poiché il cammino era pericoloso e difficile ed io ero troppo giovane per un tale viaggio; oltrepassai i confini di Maishan, punto d'incontro dei mercati dell'Oriente, giunsi nella terra di Babel ed entrai nelle mura di Sarbùrg. Scesi in Egitto e i miei compagni mi lasciarono. Mi diressi deciso al serpente e mi stabilii vicino alla sua dimora in attesa che si riposasse e dormisse per potergli prendere la Perla. Poiché ero solo e me ne stavo in disparte, ero forestiero per gli abitanti dell'albergo. Pure vidi là uno della mia razza, un giovane leggiadro e bello, figlio di re ( lett.: di coloro che sono unti). Egli venne e si unì a me; io lo accolsi familiarmente e con fiducia e gli raccontai della mia missione. Io (egli?) lo (me?) avvertii di guardarsi dagli Egiziani e di evitare il contatto con gli impuri. Tuttavia mi vestii con i loro abiti, perché non sospettassero di me, che ero venuto da fuori per prendere la Perla, e non risvegliassero il serpente contro di me. Ma in qualche modo si accorsero che non ero uno di loro e cercarono di rendersi graditi a me; mi mescerono nella loro astuzia (una bevanda), e mi dettero da mangiare della loro carne; e io dimenticai la Perla per la quale i miei genitori mi avevano mandato. Per la pesantezza dei loro cibi caddi in un sonno profondo. I miei genitori avevano notato tutto quello che mi accadeva ed erano afflitti per me. Fu proclamato nel nostro regno che tutti dovevano presentarsi alle nostre porte. E i re e i grandi della Partia e tutti i nobili dell'Oriente formarono un piano perché io non fossi lasciato in Egitto. E mi scrissero una lettera firmata col nome di ciascuno dei grandi. " Da tuo padre, il re dei re, e da tua madre signora dell'Oriente e da tuo fratello, nostro prossimo di rango, a te nostro figlio in Egitto. Svegliati e sorgi dal tuo sonno e intendi le parole della nostra lettera. Ricordati che sei figlio di re: guarda chi hai servito in schiavitù. Poni mente alla Perla per la quale sei partito per l'Egitto. Ricordati del vestito di gloria, richiama il manto splendido, per indossarli e adornarti con essi, e il tuo nome possa essere letto nel libro degli eroi e tu divenga con tuo fratello, nostro delegato,erede nel nostro regno". Come un messaggero era la lettera che il Re aveva sigillato con la mano destra contro i malvagi, i figli di Babel e i demoni ribelli di Sarbùrg. Si levò in forma di aquila, il re di tutti gli alti, e volò finché discese vicino a me e divenne interamente parola. Al suono della sua voce mi svegliai e mi destai dal sonno; la presi, la baciai, ruppi il sigillo e lessi. Conformi a quanto era stato scritto nel mio cuore si potevano leggere le parole della mia lettera. Mi ricordai che ero figlio di re e che la mia anima, nata libera, aspirava ai suoi salimi. Mi ricordai della Perla per la quale ero stato mandato in Egitto e cominciai ad incantare il terribile serpente sibilante. Lo indussi al sonno invocando il nome di mio Padre, il nome del nostro prossimo in rango e quello di mia madre la regina d'Oriente. Presi la Perla e mi volsi per tornare a casa da mio Padre. Mi spogliai del loro vestito sordido e impuro e lo abbandonai nella loro terra; diressi il mio cammino onde giungere alla luce della nostra patria, l'Oriente. Trovai la lettera che mi aveva ridestato davanti a me sul mio cammino; e come mi aveva svegliato con la sua voce, ora mi guidava con la sua luce che brillava dinanzi a me; e con la voce incoraggiava il mio timore e col suo amore mi traeva. E andai avanti…I miei genitori… mandarono incontro a me a mezzo dei loro tesorieri, a cui erano stati affidati, il vestito di gloria che avevo tolto e il manto che doveva coprirlo. Avevo dimenticato il suo splendore, avendolo lasciato da bambino nella casa di mio Padre. Mentre ora osservavo il vestito, mi sembrò che diventasse improvvisamente uno specchio-immagine di me stesso: mi vidi tutto intero in esso ed esso tutto vidi in me, cosicché eravamo due separati eppure ancora uno per l'eguaglianza della forma…E l'immagine del Re dei Re era raffigurata dappertutto su di esso…E vidi anche vibrare dappertutto su di esso i movimenti della gnosi. Vidi che stava per parlare e percepii il suono delle canzoni che mormorava lungo la discesa:
" Sono io che ho agito nelle azioni di colui per il quale sono stato allevato nella casa di mio Padre, ed ho sentito in me stesso che la mia statura cresceva in corrispondenza delle sue fatiche". E con i suoi movimenti regali si offerse tutto a me e dalle mani di quelli che lo portavano si affrettò perché potessi prenderlo; e anch'io ero mosso dall'amore a correre verso di esse per riceverlo. E mi protesi verso di lui, lo presi, e mi avvolsi nella bellezza dei suoi colori. E gettai il manto regale intorno a tutta la mia persona. Così rivestito, salìì alla porta della salvezza e dell'adorazione. Inchinai la testa e adorai lo splendore di mio Padre che me lo aveva mandato, i cui comandi avevo adempiuto perché anch'egli aveva mantenuto ciò che aveva promesso…Mi accolse gioiosamente ed ero con lui nel suo regno, e tutti i suoi servitori lo lodarono con voce d'organo, cantando che egli aveva promesso che avrei raggiunto la corte del Re dei Re e avendo portato la mia Perla sarei apparso insieme a lui".
Breve
interpretazione di alcuni simboli.
La casa d'Oriente va presa come la Dimora celeste, il Tutto immanifesto, mentre la Perla custodita dal serpente allude alla preziosità celata nel serpente stesso una volta considerato come Molteplicità, come "pezzetti" dell'Unità: la Differenziazione come madre della Consapevolezza: di cosa essere consapevoli se non fosse tutto così abilmente separato? ( diaballein= separare, da cui il nostro "diavolo"…: è poi così cattivo il diavolo?). L'Egitto (come le acque , il mare), era per lo gnosticismo un simbolo molto comune del mondo materiale; "il figlio di re" (il Cristo, il Verbo…) scende quindi nella materia, nel mondo: s'incarna. Il vestito impuro è la carne, impura perché non adatta a tornare a casa consapevolmente e il vestito di gloria è il corpo glorioso promessoci dal Cristo quello immortale, frutto della resurrezione. Lo shamboga-kaja degli orientali. ( Italo direbbe che è il corpo della Specie Unigenita)...
Potremmo raccontarla così? (Dal Vangelo secondo
Giovanni1,1-18)...</STRONG<< font>
…" In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il verbo era Dio. Esso era nel principio presso Dio….Tutto fu fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nemmeno una delle cose è stata fatta……e il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi…E' venuto in casa sua ma i suoi non l'hanno riconosciuto(ci siamo dimenticati chi siamo.)….ma a coloro che l'hanno ricevuto (la lettera, no?) ha dato il potere di divenire figli di Dio( ... la Consapevolezza, la Perla, che ci riporta a casa) perché non da carne e sangue né da volontà d'uomo ma da Dio sono nati.
Il testo.
Quando ero bambino e abitavo nel regno della casa di mio Padre e mi dilettavo della ricchezza e dello splendore di coloro che mi avevano allevato, i miei genitori mi mandarono dall'oriente, nostra patria, con le provviste per il viaggio. Delle ricchezze della nostra casa fecero un carico per me: esso era grande eppure leggero, in modo che potessi portarlo da solo….Mi tolsero il vestito di gloria che nel loro amore avevano fatto per me, e il manto di porpora che era stato tessuto in modo che si adattasse perfettamente alla mia persona, e fecero un patto con me e lo scrissero nel mio cuore perché non lo potessi scordare: " Quando andrai in Egitto e ne riporterai l'Unica Perla che giace in mezzo al mare, accerchiata dal serpente sibilante, indosserai di nuovo il tuo vestito di gloria e il manto sopra esso, e con tuo fratello, prossimo a noi in dignità, sii erede del nostro regno". Lasciai l'Oriente e mi avviai alla discesa, accompagnato da due messi reali, poiché il cammino era pericoloso e difficile ed io ero troppo giovane per un tale viaggio; oltrepassai i confini di Maishan, punto d'incontro dei mercati dell'Oriente, giunsi nella terra di Babel ed entrai nelle mura di Sarbùrg. Scesi in Egitto e i miei compagni mi lasciarono. Mi diressi deciso al serpente e mi stabilii vicino alla sua dimora in attesa che si riposasse e dormisse per potergli prendere la Perla. Poiché ero solo e me ne stavo in disparte, ero forestiero per gli abitanti dell'albergo. Pure vidi là uno della mia razza, un giovane leggiadro e bello, figlio di re ( lett.: di coloro che sono unti). Egli venne e si unì a me; io lo accolsi familiarmente e con fiducia e gli raccontai della mia missione. Io (egli?) lo (me?) avvertii di guardarsi dagli Egiziani e di evitare il contatto con gli impuri. Tuttavia mi vestii con i loro abiti, perché non sospettassero di me, che ero venuto da fuori per prendere la Perla, e non risvegliassero il serpente contro di me. Ma in qualche modo si accorsero che non ero uno di loro e cercarono di rendersi graditi a me; mi mescerono nella loro astuzia (una bevanda), e mi dettero da mangiare della loro carne; e io dimenticai la Perla per la quale i miei genitori mi avevano mandato. Per la pesantezza dei loro cibi caddi in un sonno profondo. I miei genitori avevano notato tutto quello che mi accadeva ed erano afflitti per me. Fu proclamato nel nostro regno che tutti dovevano presentarsi alle nostre porte. E i re e i grandi della Partia e tutti i nobili dell'Oriente formarono un piano perché io non fossi lasciato in Egitto. E mi scrissero una lettera firmata col nome di ciascuno dei grandi. " Da tuo padre, il re dei re, e da tua madre signora dell'Oriente e da tuo fratello, nostro prossimo di rango, a te nostro figlio in Egitto. Svegliati e sorgi dal tuo sonno e intendi le parole della nostra lettera. Ricordati che sei figlio di re: guarda chi hai servito in schiavitù. Poni mente alla Perla per la quale sei partito per l'Egitto. Ricordati del vestito di gloria, richiama il manto splendido, per indossarli e adornarti con essi, e il tuo nome possa essere letto nel libro degli eroi e tu divenga con tuo fratello, nostro delegato,erede nel nostro regno". Come un messaggero era la lettera che il Re aveva sigillato con la mano destra contro i malvagi, i figli di Babel e i demoni ribelli di Sarbùrg. Si levò in forma di aquila, il re di tutti gli alti, e volò finché discese vicino a me e divenne interamente parola. Al suono della sua voce mi svegliai e mi destai dal sonno; la presi, la baciai, ruppi il sigillo e lessi. Conformi a quanto era stato scritto nel mio cuore si potevano leggere le parole della mia lettera. Mi ricordai che ero figlio di re e che la mia anima, nata libera, aspirava ai suoi salimi. Mi ricordai della Perla per la quale ero stato mandato in Egitto e cominciai ad incantare il terribile serpente sibilante. Lo indussi al sonno invocando il nome di mio Padre, il nome del nostro prossimo in rango e quello di mia madre la regina d'Oriente. Presi la Perla e mi volsi per tornare a casa da mio Padre. Mi spogliai del loro vestito sordido e impuro e lo abbandonai nella loro terra; diressi il mio cammino onde giungere alla luce della nostra patria, l'Oriente. Trovai la lettera che mi aveva ridestato davanti a me sul mio cammino; e come mi aveva svegliato con la sua voce, ora mi guidava con la sua luce che brillava dinanzi a me; e con la voce incoraggiava il mio timore e col suo amore mi traeva. E andai avanti…I miei genitori… mandarono incontro a me a mezzo dei loro tesorieri, a cui erano stati affidati, il vestito di gloria che avevo tolto e il manto che doveva coprirlo. Avevo dimenticato il suo splendore, avendolo lasciato da bambino nella casa di mio Padre. Mentre ora osservavo il vestito, mi sembrò che diventasse improvvisamente uno specchio-immagine di me stesso: mi vidi tutto intero in esso ed esso tutto vidi in me, cosicché eravamo due separati eppure ancora uno per l'eguaglianza della forma…E l'immagine del Re dei Re era raffigurata dappertutto su di esso…E vidi anche vibrare dappertutto su di esso i movimenti della gnosi. Vidi che stava per parlare e percepii il suono delle canzoni che mormorava lungo la discesa:
" Sono io che ho agito nelle azioni di colui per il quale sono stato allevato nella casa di mio Padre, ed ho sentito in me stesso che la mia statura cresceva in corrispondenza delle sue fatiche". E con i suoi movimenti regali si offerse tutto a me e dalle mani di quelli che lo portavano si affrettò perché potessi prenderlo; e anch'io ero mosso dall'amore a correre verso di esse per riceverlo. E mi protesi verso di lui, lo presi, e mi avvolsi nella bellezza dei suoi colori. E gettai il manto regale intorno a tutta la mia persona. Così rivestito, salìì alla porta della salvezza e dell'adorazione. Inchinai la testa e adorai lo splendore di mio Padre che me lo aveva mandato, i cui comandi avevo adempiuto perché anch'egli aveva mantenuto ciò che aveva promesso…Mi accolse gioiosamente ed ero con lui nel suo regno, e tutti i suoi servitori lo lodarono con voce d'organo, cantando che egli aveva promesso che avrei raggiunto la corte del Re dei Re e avendo portato la mia Perla sarei apparso insieme a lui".
Breve
interpretazione di alcuni simboli.
La casa d'Oriente va presa come la Dimora celeste, il Tutto immanifesto, mentre la Perla custodita dal serpente allude alla preziosità celata nel serpente stesso una volta considerato come Molteplicità, come "pezzetti" dell'Unità: la Differenziazione come madre della Consapevolezza: di cosa essere consapevoli se non fosse tutto così abilmente separato? ( diaballein= separare, da cui il nostro "diavolo"…: è poi così cattivo il diavolo?). L'Egitto (come le acque , il mare), era per lo gnosticismo un simbolo molto comune del mondo materiale; "il figlio di re" (il Cristo, il Verbo…) scende quindi nella materia, nel mondo: s'incarna. Il vestito impuro è la carne, impura perché non adatta a tornare a casa consapevolmente e il vestito di gloria è il corpo glorioso promessoci dal Cristo quello immortale, frutto della resurrezione. Lo shamboga-kaja degli orientali. ( Italo direbbe che è il corpo della Specie Unigenita)...
…" In principio era il Verbo e il Verbo era presso Dio, e il verbo era Dio. Esso era nel principio presso Dio….Tutto fu fatto per mezzo di Lui e senza di Lui nemmeno una delle cose è stata fatta……e il Verbo si fece carne ed abitò in mezzo a noi…E' venuto in casa sua ma i suoi non l'hanno riconosciuto(ci siamo dimenticati chi siamo.)….ma a coloro che l'hanno ricevuto (la lettera, no?) ha dato il potere di divenire figli di Dio( ... la Consapevolezza, la Perla, che ci riporta a casa) perché non da carne e sangue né da volontà d'uomo ma da Dio sono nati.
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